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<a href="https://pixabay.com/it/photos/traccia-campo-corsie-concorrenza-19217/" rel="noopener">Immagine CC0 creative commons</a>

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Partenza, nonostante un mio avvio piuttosto veemente, mi ritrovai immediatamente nelle retrovie, a testimonianza di quanto fosse veloce e partecipata quella gara, era veramente dura tenere una posizione decente, per cui decisi, progressivamente, di ridurre il mio ritmo gara, in modo tale da cercare di limitare i danni in vista dei giri futuri, perché sin da subito ben compresi che gli ultimi 2-3 giri sarebbero stati un mezzo incubo, e non mi sbagliavo più di tanto...

Arrivato per la 1° volta davanti a quel *muro vicino all'argine del fiume*, riuscii a valicarlo senza appoggiare le mani a terra, ma le cose peggiorarono progressivamente, fino ad arrivare a una situazione quasi surreale, perché negli ultimi giri dovevamo fare una procedura quasi comica, per riuscire a scavalcare quella sorta di ostacolo, in quanto arrivavamo davanti a quella piccola salita, rallentare parecchio la corsa, fino quasi a velocità zero, poi partire con uno scatto repentino, giunti circa a metà di quella rampa utilizzare le mani per aumentare la trazione a terra, nonostante avessi *un qualcosa ai piedi* che teoricamente mi consentiva di andare quasi su per i muri...

Le mie scarpe chiodate erano dotate di chiodi notevoli, avevo montato una fila di 3 chiodi posteriori lunghi ben 21 millimetri, per scendere a 15 millimetri per quelli successivi, oltre ad aver spalmato di un consistente strato di grasso industriale la zona della piastra supporta-chiodi, per rallentare il più possibile il fenomeno del fango che si attacca irrimediabilmente alla scarpa, causando un aumento del peso da portarsi dietro e una minore efficacia dei chiodi stessi...

Questi stratagemmi mi consentirono di avere una scarpa efficace per alcuni giri, ma negli ultimi 2 le scarpe erano diventate come dei macigni da portarsi dietro, una fatica incredibile, ma avevo solo 23 anni, vigore a palla e energie a non finire, per cui giunsi al traguardo con un tempo che, tutto sommato, era più che accettabile, in quanto fermai il crono di poco sopra ai 40 minuti, per mia grande soddisfazione personale, era un modo per sentirmi vivo, per provare a superare quel momento estremamente doloroso, per essere ancora più in sintonia con mio fratello, di cui avvertivo terribilmente la mancanza...

Continua...

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