Alì è un personaggio nuovo per noi, ma al termine dell'episodio si avrà la sensazione di averlo conosciuto da sempre e che Euphoria senza di lui non sarebbe potuta esistere e non potrà esistere sino in fondo.
L'uomo porta in dote un vissuto burrascoso, tormentato, violento che ha in qualche modo plasmato la sua personalità in qualcosa che non avrebbe mai immaginato di poter essere.
Cristiano convertito all'Islam, figlio di un padre violento, ragazzo di sani principi, drogato.
Martin (il suo nome da cristiano) è diventato una persona cattiva a causa della droga o è sempre stato una persona cattiva che a causa di questa sua indole ha abbracciato il pericoloso mondo delle dipendenze da stupefacenti?
E' questa solo una delle decine di domande complessissime e di impossibile risposta che Alì, retoricamente, rivolge a se stesso e Rue e che quest'ultima rivolge al suo sponsor, in preda alla disperazione più totale.
Il lunghissimo dialogo tra i 2 tocca temi che tutti noi dovremmo avere la curiosità e, soprattutto, la maturità di affrontare.
Chi siamo? Quale è il nostro obiettivo? Riusciremo ad avere un impatto positivo sul mondo? Come saremo ricordati? Vale la pena esistere? La droga è bellezza o è solo una maschera? I tossicodipendenti sono bad person o diventano bad person? La scarsa lucidità di una persona con delle dipendenze è per lei uno sfogo per dimenticare tutto o l'estremo tentativo di restare aggrappati alla vita? La società in cui viviamo ci affligge a tal punto da deprimerci e/o evadere nelle droghe o è il nostro alibi persistente per evitare di dirci che non saremo mai utili, famosi e gloriosi come l'Oceano o una canzone di Otis Redding?
In circa 45 minuti di dialogo vengono affrontati tutti e tanti altri questi temi, in un confronto apertissimo fra un uomo che ha dovuto morire (uccidere il vecchio Martin e resuscitarlo nel nuovo Alì) per poter rinascere, per potersi accettare, e una giovanissima ragazza perduta e innamorata che semplicemente vorrebbe staccare la spina per non dover più patire le pene che la vita la costringe a vivere ogni giorno.
Sono 45 minuti in cui non è possibile staccare gli occhi dallo schermo, non è possibile disconnettersi un'istante, non è possibile abbassare la guardia, non è possibile non provare dolore per le parole di Rue, speranza per quelle di Alì, non è possibile non ritrovare nella lancinante lucidità con la quale Rue dipinge la sua condizione un pò di noi stessi o di un nostro caro o di una storia che abbiamo ascoltato o vissuto in prima persona.
Rue ha trovato l'amore, è riuscita per un periodo ad essere sobria, è giovane, bella e intelligente.
Non dovrebbe pensare alla vita come un castigo, all'esistenza come un martirio, al domani come un problema.
E invece Rue è affossata dal pensiero di essere abbandonata dai suoi cari, afflitta dai più torbidi e inenarrabili pensieri di morte e depressione, è dolorosamente consapevole di essere stata un peso, una tortura, una minaccia per sua madre e una delusione per sua sorella.
Il pensiero di essere cattiva, essere una persona cattiva, di essere nata cattiva la paralizza e la costringe a cercare alternative estreme.
Alì, nella sua schiettezza e nel suo esempio, le offre la nuda verità, non rinnegando il piacere e la bellezza della droga (la più facile via d'uscita da ogni sofferenza e ostacolo per un drogato) ma invitandola a riflettere su quanto la droga e le dipendenze siano la causa del suo essere cosi disturbata, congestionata, impietrita di fronte a se stessa e al futuro.
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E' un dialogo bellissimo, intenso, profondo, lancinante, rivelatorio, acuto quello a cui assistiamo in quella tavola calda, fra 2 persone devastate ma pronte a confrontarsi e mettersi a nudo.
Nella sua struttura e nella sua capacità di raccontare le vicende narrate e i protagonisti delle vicende stesse, questo splendido "Trouble don't last always" ricorda l'indimenticabile "407 Proxy Authentication Required", una delle tante perle regalateci da Sam Esmail nell'ultima stagione di Mr Robot.
E' stato difficile parlare di questo episodio. Non c'è una sola chiave di lettura a cui fare riferimento, non c'è un solo modo per approcciarsi ad esso.
Si può solo provare ad esprimere con nuove parole quello che Alì e Rue hanno provato a raccontarsi in 45 minuti che rappresentano già la storia della serialità contemporanea.
Questo episodio sarebbe potuto durare ore, giorni, settimane, senza stancare mai ma purtroppo, come i problemi, neppure questa puntata è durata per sempre.
Voto Episodio: 10
https://www.serialfiller.org/post/la-recensione-dell-episodio-speciale-di-euphoria
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